La mano è oggetto di varie condizioni morbose, tra cui: dito a martello, morbo di Dupuytren, sindrome di De Quervain, ferite cutanee con lesioni tendinee, fratture di una o più falangi e metacarpi, lussazioni, ustioni, cisti tendinee e sindrome del tunnel carpale.

La complessità anatomica della mano e l’enorme importanza delle funzioni che essa esercita richiedono un approccio altamente specialistico al fine di garantire il massimo recupero della capacità funzionale nel minor tempo possibile qualunque sia la diagnosi.

Bisogna considerare che la mano ha un complesso di 27 ossa, 21 tendini, numerosi legamenti e una fitta rete di vasi e nervi altamente selettivi e specializzati. Di conseguenza una diagnosi corretta ed un trattamento tempestivo sono necessari al fine di incrementare le probabilità del successo terapeutico.

Fattori di rischio e diagnosi

La sindrome del tunnel carpale è piuttosto diffusa, con prevalenza nelle donne. La causa scatenate è spesso sconosciuta ma esistono fattori di rischio predisponenti come alcune attività che causano un insulto meccanico cronico con movimenti di flessione e estensione forzati e ripetuti. Pazienti affetti da alcune patologie sono più soggetti che altri (basti pensare all’artrite reumatoide, al diabete mellito e all’ipotiroidismo). Transitoria può risultare tale sindrome durante la gravidanza, a causa della ritenzione idrica.

La sindrome del tunnel carpale è causata dall’aumento di pressione nel canale, all’interno del polso, sul nervo mediano che decorre con alcuni tendini flessori delle dita. La tenosinovite, infiammazione dei tendini e della loro guaina di rivestimento, causano riduzione del volume del canale, con relativo schiacciamento del nervo. La diagnosi di sindrome del tunnel carpale è clinica, con esame obbiettivo da parte del chirurgo specialista in Chirurgia della mano, confortata da un esame elettromiografico che referterà un rallentamento della conduzione nervosa del nervo mediano.

Tunnel carpale: sintomi

La compressione del nervo mediano al polso causa sintomi caratteristici, tra cui l’intorpidimento e il formicolio a livello delle aree della mano innervate da questo nervo (ossia pollice, indice, medio e lato interno dell’anulare). Spesso viene associato a dolore notturno. Tale sintomatologia può essere intermittente o costante e, nei casi più gravi, può causare un deficit motorio di prensione con la caduta degli oggetti dalla mano stessa.

Quando ricorrere all’intervento chirurgico

La cura della sindrome del tunnel carpale varia in funzione della gravità e del grado di disabilità. Se il dolore unito alla disabilità diventa importante, si procederà all’intervento chirurgico, in regime di Day Hospital. Questo consiste nella decompressione del nervo attraverso la resezione del legamento trasverso del carpo (apertura del tunnel). L’incisione cutanea viene eseguita secondo la tecnica “mini open”, riducendo al minimo la breccia chirurgica. Tale tecnica mininvasiva permette di evitare lunghi periodi di immobilizzazione ed un rapido ritorno alle normali attività quotidiane. Si ripristina così l’efficienza fisiologica del nervo mediano. Nei casi in cui la compressione nervosa perduri da molto tempo e sia di grado severo, alcuni sintomi neurologici non diminuiranno mai del tutto, pur riducendosi in termini di dolore e disagio fisico.

Trattamento della sindrome del tunnel carpale in fisioterapia

L’approccio conservativo è indicato nelle forme più lievi e prevede una serie di indicazioni che spaziano dalla modifica dei comportamenti e delle abitudini (soprattutto se il disturbo è associato ad attività lavorative o sportive), alla infiltrazione locale di cortisone, all’immobilizzazione con il tutore, al trattamento osteopatico e alla fisioterapia. Nei casi di patologie concomitanti, come fattori di predisposizione, si procederà alla modifica dell’approccio terapeutico di tali malattie.

La fisioterapia per il trattamento della sindrome del tunnel carpale comprende una serie di metodiche che spaziano dalla terapia manuale alla terapia fisica (tecar terapia). Generalmente i cicli sono di circa 10-12 sedute e gli incontri avvengono due o tre volte alla settimana. Anche la massoterapia e l’utilizzo del taping neuromuscolare possono aiutare a ridurre il disturbo.

Ringraziamo per i contenuti e le tematiche trattate
Dott.ssa Vanessa Sperti, Chirurgo

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